IL BASSO ELETTRICO

Il basso elettrico

Il primo basso elettrico nacque da un'idea del "solito" Leo Fender , solito in quanto si era precedentemente distinto nella produzione e commercializzazione di chitarre solid body, cioè senza cassa armonica, di eccezionale pregio. Nel 1951 in California ebbe un'intuizione rivoluzionaria per quanto riguarda lo sviluppo di tutta la musica moderna.
L'idea abbastanza semplice quanto geniale è nata dall'esigenza di rimpiazzare l'ingombrante e costoso contrabbasso che cominciava a perdere di presenza visto l'utilizzo nelle chitarre di amplificazione che riusciva ad incrementare "pesantemente" il volume dello strumento.
Il contrabbasso inoltre risultava veramente molto ingombrante ed oltretutto costoso oltre che di utilizzo molto più complicato visto che aveva una tastiera cieca e priva di riferimenti.
L'idea innovativa, oltre al fatto di renderlo amplificabile, è stata quella di mettere i tasti (20 linguette metalliche detti fret) sulla tastiera, in maniera da rendere più precisa ed intonata oltre che più semplice la "voce" dello strumento, da qui il nome precision, il primo basso elettrico della storia.
La Scala usata è 34 (espressa in pollici) il nuovo strumento si prestava anche a musicisti che non avevano una preparazione tecnica adeguata all'uso del contrabbasso che semplicemente provenivano dalla chitarra, il successo fu immediato.
In realtà a dover di cronaca, già nel 1945 il padre di Carl Thompson, liutaio americano costruttore di bassi elettrici di ottima fattura, aveva provato a trasformare una chitarra in basso elettrico installando un pickup da mandolino e utilizzando solo quattro corde accordate un'ottava più bassa rispetto alla chitarra, ma non riuscì a sviluppare a livello industriale il progetto che rimase relegato a tentativo. Dall'ormai lontano 1951 di legno ne é passato nelle mani dei vari appassionati, liutai e anche di musicisti che si sono visti arrivare sul mercato svariate combinazioni, forme e suoni del tutto distanti da quelli del "nonno" precision che comunque rimane a tutt'ora un evergreen ed anche uno dei bassi più venduti e apprezzati al mondo.


La scelta del basso elettrico

Il dilemma della scelta sullo strumento "totale" ha sempre impegnato i pensieri sia di chi si approccia per la prima volta allo strumento sia di chi lo conosce bene e lo suona da anni. Normalmente la prima scelta dovrebbe essere dettata dal suono ( la voce dello strumento) e dalla versatilità del medesimo, cioè la possibilità di variare la sua voce con l'ausilio della scelta dei pickup ed elettronica, in realtà il 99% delle scelte è dettata dalla marca e dall'estetica dello strumento e indiscutibilmente dal fattore economico.
Già dagli anni 70 la concorrenza dell'industria degli strumenti musicali si è fatta serrata di solito dettata da paesi emergenti (all' epoca in primis il Giappone) che proponevano bassi e chitarre di notevole fattura (ma anche no) a prezzi assolutamente concorrenziali che ancora possiamo trovare in vendita sui vari mercatini dell'usato nazionali e non.

Quello che devi sapere


Di solito i prodotti di liuteria, mi riferisco a liuterie vere, sono assemblati, controllati, regolati in maniera impeccabile e si avvalgono di un uso di materie prime (legni, meccaniche, elettronica e pickup oltre che controlli) di primissima scelta. L'artigiano si trova in prima persona a parlare del suo prodotto e sicuramente ci "mette la faccia" dando molto spesso garanzie a vita sui difetti che può avere lo strumento (ovviamente non dovuti all' usura normale o ad incuria).
In Italia troviamo grandissimi liutai che esercitano la professione da anni e che ci vengono invidiati in tutta Europa.
Lo strumento può essere studiato insieme al liutaio che valuta le esigenze del musicista e cerca di trovare soluzioni idonee per far sì che il cliente sia soddisfatto (custom), oppure propone una linea di strumenti che possono incontrare già il gusto del cliente che si sente soddisfatto da quelli prodotti in serie (standard).
La scelta del prodotto di liuteria ha però anche delle controindicazioni:
- il costo di solito nettamente più elevato rispetto ad uno strumento "industriale"
- la rivendibilità più limitata e di solito da "svendita" rispetto ai marchi più conosciuti e diffusi
- la perdita del marchio, il liutaio può decidere di andare a fare altro nella vita, specialmente in Italia, per cui lo strumento, anche se ottimo, risulta un "perfetto sconosciuto" e quindi nel tempo invendibile, salvo a qualche super appassionato intenditore.
Alcuni artigiani liutai hanno intrapreso progetti lungimiranti che li hanno portati a produrre a livello industriale (di solito in Oriente) mantenendo comunque il marchio di liuteria con abbattimento del prezzo di produzione prodotti buoni ma, sinceramente, non ai livelli di quelli artigianali prodotti in “bottega”.
Tra i liutai italiani più conosciuti citiamo sicuramente: Frudua, Laurus, Mari by redivivus, Meridian, Biarnel, alusonic, Manne.
Esistono anche una miriade di altri artigiani liutai più o meno riconosciuti che si perdono nei meandri delle varie province italiane.

La seconda possibilità


La scelta dello strumento può essere dirottata su una produzione "industriale", se si vuole un prodotto di buon livello e con un suono diciamo standard, nel senso di conosciuto.
Di solito ci si rivolge a strumenti prodotti in America dove ovviamente la fanno da padrone Fender, Gibson e Music Man, case produttrici che di solito si spartiscono una buona fetta del mercato globale dei prodotti di alta qualità.
La produzione made in USA di solito ha una rivendibilità eccellente ed è considerata dagli appassionati uno standard, definizione dovuta al fatto che la maggior parte degli artisti e gruppi musicali italiani e stranieri conosciuti suonano o hanno suonato con quei modelli di bassi chitarre, anzi si assiste addirittura alla corsa delle major per accaparrarsi i talenti emergenti proponendo i cosiddetti strumenti "signature" cioè fatti, almeno esteticamente, come quelli delle star.
Vantaggi:
- solitamente sono ben rivendibili specialmente i modelli "standard"
- hanno finiture curate una buona assistenza e ricambi disponibili, un bel suono e di solito il proprietario si "innamora" del proprio strumento, fatto dovuto molto spesso anche alla massiccia pubblicità.
Svantaggi:
- sono comunque strumenti abbastanza cari in rapporto alla scelta della componentistica.

La via di mezzo


Abbiamo parlato finora del top dei prodotti, adatti sia a neofiti che a professionisti, esistono però anche gli strumenti per "lavorare", mi riferisco a quel tipo di produzione che viene assemblata in maniera più economica, di solito in paesi orientali tipo Cina, Indonesia, Corea ma anche Giappone, Messico e Canada.
Per produrre questo tipo di strumenti si usano solitamente legni provenienti dalla zona in cui vengono assemblati, elettronica a basso costo e meccaniche più economiche rispetto ai cugini americani, ma sono prodotti che spesso ti lasciano perplesso perché SUONANO BENE ed hanno spesso delle finiture veramente accurate oltre che prezzi molto accessibili, tanto che numerosi professionisti vanno a registrare in studio con strumenti costosi e vintage e magari in tour portano strumenti da lavoro nettamente più "gestibili". I casi più conosciuti sono Squier, Epiphone, Cort, Yamaha e Ibanez, ma anche Fender che si è messa a firmare con il nome principale la propria linea di bassi e chitarre prodotti in Cina (modern player), queste scelte di mercato tendono a trarre in inganno il consumatore finale che magari non riesce subito a capire la differenza di qualità dovuta ad un prezzo nettamente minore rispetto ad altre produzioni più blasonate. Attenzione nel caso di queste ultime aziende citate, esistono anche splendidi esempi di strumenti costruiti in maniera impeccabile di solito con uso di materiali e componentistica di prim'ordine ed assemblate in reparti con personale scelto attentamente tra quelli più portati, servono comunque a dare lustro al marchio di fabbrica.
Esempio classico potrebbe essere quello della Ibanez che produce bassi da 150 euro (la serie entry level GIO) prodotta in Cina ed in concomitanza presenta sul mercato una produzione denominata PRESTIGE da 2000 e passa euro prodotta in Giappone, lasciando ovviamente in tutto il range tra l'uno e l'altro prezzo la possibilità di scegliere miriadi di prodotti con legni, elettronica, configurazione dei pickup, forme, colori e numero corde di notevole diversità e con prezzi variabili ed adatti ad ogni portafogli.
Vantaggi della scelta sopracitata:
Sicuramente potete spaziare su prezzi molto competitivi e su scelta di qualità e finiture di prim’ordine (in rapporto al prezzo ovviamente), risultano più convenienti rispetto agli strumenti americani, e molti modelli suonano veramente molto bene e sono firmati da quell ‘ artista o gruppo che piace tanto agli adolescenti, per cui tanta resa, poca spesa e figura buona.
Svantaggi:
Svalutazione veloce, reperibilità sul mercato molto consistente per cui meno vendibili, una bolgia di sigle, numeri e codici accompagnano il modello, cosa che solitamente tende a rendere il prodotto meno inquadrabile nel folto panorama della categoria di strumenti al quale appartiene. Inoltre a causa del prezzo basso e del costo dei ricambi alto, si tende, in caso di rottura di parti un po’ costose ad acquistare un altro strumento nuovo e a non riparare niente (ciò implica una perdita totale del capitale iniziale investito).

Info per i genitori


Se siete dei genitori e volete informazioni riguardo al basso da comprare a vostro figlio/figlia, tenete conto fin dall'inizio di una caratteristica dello strumento che spesso passa in secondo piano, la scalatura. Nel caso di adolescenti o ragazzini di 10 12 anni, potrebbe essere opportuno prendere in considerazione uno strumento con scala corta (30), il vantaggio di questo strumento è dovuto al fatto che la distanza tra il capotasto e l'ultimo tasto è ridotta di qualche centimetro, adatto a mani più piccole rispetto ad un adulto e con meno forza, oppure semplicemente per maggiore comodità di esecuzione. Alcune case anche di grande prestigio stanno riproponendo o non hanno mai smesso di proporre strumenti con questa scalatura.
Solitamente vengono un po' bistrattati dai puristi della scala normale, a mio parere questa scala ridotta non influisce in maniera determinante nel suono finale dello strumento, ma sicuramente influisce sia per quanto riguarda la tensione delle corde che risultano più morbide sia ovviamente nella larghezza dei tasti che risultano un po' più stretti rispetto alle scale 34.
Un altro consiglio che mi sento di dare è quello di non acquistare al ragazzo/a che inizia un basso con un'elettronica troppo complicata, risulta sicuramente più versatile ma tende comunque a confonderlo.
Nella scelta dello strumento è sempre meglio prima di eseguire l'acquisto provare, sentire lo strumento indossandolo, a livello estetico può essere il più bello del mondo poi magari addosso non ci si trova, per questo consiglio sempre di recarsi in un negozio di musica fornito che dia la possibilità di provare diversi tipi di basso.
Ricordate inoltre che nonostante abbiate fatto sicuramente un'ottima scelta dello strumento da regalare o da regalarvi, il suono viene dalle vostre dita e dalla vostra tecnica per cui uno strumento ottimo in mano ad un musicista non capace non sarà mai la quadratura del cerchio: bisogna studiare, imparare, bisogna farsi insegnare, consigliare, indirizzare da persone che fanno il mestiere di maestro di musica, lo so, è una rottura di palle, ma in qualsiasi situazione potrete dire la vostra, anzi potrete far sentire che cosa sapete fare.

SEGUICI SU:
facebook instagram youtube twitter