Fender Precision Plus Deluxe 1983

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La prima volta che ho visto questo strumento ho pensato si trattasse delle serie anni 90, quelle dove la Fender ha iniziato una sperimentazione per spostare l'attenzione del mercato, sempre molto attivo verso precision e jazz, ma poco propenso ad accettare le novità, mi sbagliavo, questo modello è stato realizzato per volere di Dan Smith (allora responsabile del reparto ricerca e sviluppo della Fender) che stava tentando il rilancio con prodotti innovativi e di buona qualità dopo gli anni diciamo bui della casa americana ( la seconda parte degli anni 70 da quando Leo lasciò definitivamente l' azienda).
Rilancio tentato rivolgendosi a modelli che fossero suonabili, ben realizzati un po' differenti ma non troppo rispetto ai modelli standard, versatili e anche molto belli e possibilmente, per non far mancare nulla agli appassionati, anche passivi, perché nello stesso periodo molti produttori avevano inflazionato il mercato con prodotti con preamplificatore attivo, in tutta risposta allo Stingray che stava condizionando il mercato.
Le caratteristiche sono abbastanza evidenti: abbiamo in bellavista un'accoppiata data dallo split classico del precision e il single coil del Jazz Bass al ponte (definita hot rod), molto poco diffusa fino a quel momento, quello di cui non ci si rende subito conto, com'è capitato a me, e che la tastiera a due tasti in più rispetto al normale, che il corno superiore è leggermente più pronunciato, per questo il modello fa parte della serie boner o long Horn (discontinua) che ha influenzato la futura produzione della serie deluxe. Oltre a queste caratteristiche si dota lo strumento di particolari importanti, meccaniche per l'intonazione molto più massicce della serie standard ed un ponte con la regolazione dell'intonazione fine e molto più robusto del solito lamierino piegato.
Anche la disposizione dei comandi che spunta dal pickguard risulta differente, appare un selettore pickup a tre posizioni e un tasto, mai visto prima, che serve per mettere i pick up in fase e controfase, altra novità dello strumento è la collaborazione tra la Fender e la Lace Sensor che fornisce a questa serie i pickup (passivi) con poli coperti (o per meglio dire senza poli esposti) serie che verrà poi replicata all'inizio degli anni 90, che hanno un suono che riporta veramente al miglior periodo Fender, pur dando una punta di modernità in più.
Il vero asso nella manica dello strumento è però il manico: veramente superlativo, di misura classica per il precision, per cui un po' ingombrante, ha una realizzazione veramente d'altri tempi, blocco unico di acero manico e tastiera con dot in plastica nera e skunk stripe nella parte posteriore in noce e finalmente regolazione truss rod dalla paletta (prima il precision lo aveva alla base del manico) e uno shape indimenticabile.
Imbracciando lo strumento non ci si accorge praticamente che il corno superiore è leggermente più pronunciato del normale, il basso è bilanciato, non troppo pesante e i comandi sono intuitivi e ben raggiungibili, la tastiera e il ponte consentono veramente delle action rasoterra e suonando ci si accorge subito che il manico è qualcosa fuori dall'ordinario.


Il body è in due pezzi di ontano, le finiture sono molto curate e la verniciatura è perfetta e non spessa, Il pickguard è a tre strati B/N/B i tasti sono jumbo.
Il suono colpisce per il fatto che si rifà totalmente alla tradizione con quel punch caratteristico del precision, una bella botta, e quello schiocco dato dal pick up al ponte che ammorbidisce un pò il tutto e condiziona le frequenze medio-alte, è potente e l'elettronica ha zero rumore di fondo e si sentono molto bene l'attacco delle note, nitido e marcato, sembra quasi uno strumento attivo se non fosse ovviamente per le regolazioni on board che mancano, ottimo per suonare con le dita, con il plettro ed anche veramente portentoso con la tecnica slap.
In conclusione se siete amanti del fender precision ma avete bisogno di uno strumento un po' più versatile e comunque con un carattere distintivo vi consiglio vivamente di prendere in considerazione la ormai diffusa configurazione hot rod, magari anche non cercando un basso dell' 83 come questo, che sicuramente rimane il sogno di molti fenderisti, ma rivolgendovi anche a modelli più recenti.
Se invece avete due soldini in più da spendere cercate questi dei primi anni 80, che sicuramente aumenteranno nel tempo di valore, avete legni stagionati e sicuramente di ottima qualità e strumenti che al momento non sono stati più replicati.
Lo strumento veniva fornito di una bella e abbastanza robusta custodia in ABS sagomato con la scritta fender dentro un rettangolo a sfondo rosso, manuale di istruzioni e chiavi di regolazione truss rod e ponte.

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