Fender jazz bass classic 70

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http://intl.fender.com/it-IT/basses/jazz-bass/70s-jazz-bass-rosewood-fingerboard-3-color-sunburst-3-ply-bwb-pickguard/

Si poteva cercare di fare un qualcosa di più bello, più riuscito, al passo con i tempi e magari anche più riconoscibile? Probabilmente è la domanda che il grande Leo Fender si è fatto dopo aver portato la migliore produzione, per quello che riguarda gli strumenti solid body, a livello mondiale, alle domande sicuramente per genio, determinazione e capacità riusciva a dare puntualmente una risposta quasi sempre straordinaria.

Ecco la nascita del nuovo Fender Jazz Bass nel 72 che in seguito, grazie a caratteristiche uniche e mai sperimentate prima, verrà chiamato 75 che si differenzia dalle precedenti produzioni a colpo d'occhio per la presenza dei blocchi segnatasti sulla tastiera al posto dei puntini (dots) e ad altri particolari non di poca importanza quali il pick-up al ponte più spostato verso il ponte, il binding del manico (una striscia di finitura colore bianco o nero che delimita il perimetro della tastiera) che accompagna l'uso dei bellissimi block in madreperla o neri, l'uso del truss-rod che termina in un finale a forma di proiettile detto appunto bullet,  le nuove meccaniche di intonazione più moderne, il ponte senza la zigrinatura delle sellette, l'attacco della placca del manico a tre viti invece che a quattro, nuovi colori e profilo del manico differenziato rispetto ai precedenti, una vera rivoluzione... Consideriamo anche il fatto che gli altri produttori a livello mondiale non stavano certo a guardare... Sempre un passo avanti, Fender non era più il proprietario, aveva si un rapporto di collaborazione con la CBS attuale proprietaria del marchio.

Ecco allora riproposto già da qualche anno sotto il blasone Fender il riuscitissimo modello 75 che, anche se viene realizzato in Messico, mantiene quasi tutte le caratteristiche del modello nato nel 1973.

La realizzazione dello strumento è veramente molto ben fatta, la cura per l'assemblaggio e le finiture sono realmente molto ricercate anche se non sempre impeccabili, nonostante la vendita di questi modelli sia veramente grandissima, la serie Classic è quella che all'interno della produzione Fender fa i numeri più importanti, si è mantenuta una qualità molto alta.

Sono strumenti che non costano una fortuna nemmeno da nuovi e riescono a farti sentire pari all'artista preferito in quanto con il precision e il jazz bass ti avvicini, almeno esteticamente, al modello imbracciato dei maggiori artisti a livello mondiale. Il Body è in ontano tre pezzi non presenta il solito orrido buco sotto il battipenna che serve alla dima di trascinamento per le lavorazioni, assemblaggio e verniciatura molto curata, la vernice non risulta troppo spessa, non ci sono le corde passanti dal body, il ponte è il classico lamierino con sellette in ottone cromato tipico dei Fender di quegli anni, il colore sunburst quello in prova è molto ben realizzato, l'attacco del manico e una placca in acciaio cromata a quattro viti il manico è in acero con tastiera in palissandro e binding bianco (anzi bianchissimo), skunk stripe posteriore in noce.

Il binding è perfetto veramente ben realizzato anche se così bianco risulta un po’ appariscente, magari usandone uno color avorio si dava quell’ aria un po’ vintage che dovrebbe avere di serie, la scala è la classica 34 (lunga), 20 tasti, capotasto da 38mm (molto sottile),  i quadrotti sono in plastica color madreperla anche questi sono veramente belli e posati bene, l'elettronica è passiva ed ha la solita configurazione di controlli posti sulla basetta in metallo cromato (non proprio perfettissima come taglio ed assemblaggio) volume-volume-tono, i pots sono CTS americani di serie.

Il manico ha una verniciatura nella parte posteriore (sull' acero per intenderci) abbastanza spessa e lucida mentre la tastiera non risulta verniciata e le scritte che sono sulla paletta sono quelle che richiamano la produzione di quel periodo il tv logo veramente molto realistiche. Come detto in precedenza questo basso è stato un po' una rivoluzione in quanto anche a livello sonoro è riuscito ad esprimersi in maniera personale grazie soprattutto al posizionamento del pick up al ponte più ravvicinato rispetto alle versioni precedenti che ha dato allo strumento una sonorità che è facilmente riconoscibile nelle numerose incisioni degli artisti dell'epoca, specialmente quelli funky, attratti sia a livello sonoro che estetico dal nuovo prodotto. Nel retro della paletta anche le meccaniche di nuovo disegno sfoggiano la loro bellezza con la scritta Fender incisa sopra.

Sono stato possessore della versione americana il reissue 75 American Vintage, le finiture erano ottime anche in quel caso, aveva rispetto questo una custodia rigida in tweed, il manico era tutto di acero con i blocchi neri ed il colore era natural, pesava un po' di più suonava meglio, il suono era più definito specialmente alzando il volume, lo shape del manico lo trovavo più gradevole, aveva tutti i bei coperchietti dei pickup in dotazione (assolutamente inutili).

Considerato il fatto che costava più del doppio come prezzo di listino io sinceramente ritengo che già con questo modello messicano un musicista non professionista può essere ampiamente soddisfatto, se proprio volessi esagerare mi rivolgerei (finchè se ne trovano) al modello made in japan, che ricalca in maniera fedele la produzione originale e costa molto meno dell’ americano (attenzione perché i japan non vengono importati in Italia dal distributore Fender ufficiale).

Per concludere, se lo trovate in giro nei negozi oppure anche da amici, provatelo è sicuramente un prodotto molto, molto, interessante ad un prezzo ragionevole anzi probabilmente il rapporto qualità prezzo più interessante di casa Fender.

Viene fornito con una gig bag morbida marcata Fender compresa nel prezzo, i colori disponibili sono solo il tre toni sunburst e il nero, tastiera solo in palissandro.

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