Yamaha RBX 550m

Yamaha RBX 550m

https://it.yamaha.com/it/products/musical_instruments/guitars_basses/el_basses/index.html

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Tutti indistintamente ci troviamo a parlare più volentieri di argomenti che sono difficili da smentire,  in maniera tale che le obiezioni che gli astanti possono eventualmente sollevare non abbiano più peso di una piuma nell'aria.

Il Fender degli anni 70 sono fatti male, gli strumenti giapponesi sono fatti bene, la quinta corda dei Fender non suona, i Rickenbacker sono molto curati, gli Ibanez suonano tutti uguali, lo Stingray suona solo di elettronica ecc. ecc.

A tutti noi è sicuramente capitato di provare uno strumento che magari costava la metà se non meno del nostro che ci ha stupiti e se magari il proprietario del suddetto strumento ci invidiava per via delle nostre disponibilità economiche nell'acquisto, noi nello stesso momento ci facevamo la domanda, magari subito fugata guardando la scritta sulla paletta, come mai il mio strumento costa il doppio e quello suona bene uguale se non meglio? A questo proposito ho deciso di analizzare alcuni strumenti di tutte le epoche, degli anni 70 ai nostri giorni, che pur non essendo particolarmente blasonati riescono comunque a farsi notare perlomeno per via del rapporto qualità prezzo nettamente favorevole.

Sotto i riflettori questo giro abbiamo un basso di fascia medio bassa della Yamaha, casa conosciuta a livello mondiale da tutti in quanto produttrice di svariati tipi di strumenti musicali oltre che di moto ed altre diavolerie elettroniche e non.

Il modello in questione è l' RBX 550, m sta per maple cioè tastiera in acero. Ricordo di aver sempre guardato la serie, specialmente quelle anni 80, con affetto, un po' come si guarda un bambino simpatico ma brutto, non avendo mai provato altro basso di questa marca, grazie soprattutto al prezzo vantaggioso mi affretto ad acquistarlo e quando mi arriva è una vera sorpresa. Mi interessava soprattutto la configurazione dei pickup jazz più precision (nei Fender chiamata hot rod) la mia preferita e il manico in acero mi attirava in quanto inusuale sui bassi Yamaha di fascia economica.

L'immediato punto a favore è il peso, 3,4 kg strumento molto leggero e la cosa mi porta subito a dei sospetti a livello di realizzazione liuteristica, sarà in multistrato? Oppure truciolato per risparmiare ancora di più è fatto come i mobili della cucina? Tenuto insieme dalla colla e verniciato con una bella mano spessa di lacca coprente per armonizzare il tutto... Niente di tutto questo, il body è in legno massello, si vede sia nell'attacco del manico e nell'incavo dell'elettronica.

Il manico è un blocco di acero con la tastiera incollata sopra, scala 34 con 20 tasti, i dot in plastica nera, i fret medio jumbo e la regolazione del truss rod (che sinceramente non ho toccato) alla base del manico soluzione un po' scomoda ma spesso usata, capotasto in plastica.

Il body sfoggia un ponte abbastanza ricercato, non è il solito lamierino da due soldi, colorato di nero nel tempo si è un po' ossidato, ma funziona tutto anche se non è presente la regolazione dell' intercorda, le manopole (tre) sono la solita storia del volume volume tono molto intuitive e semplici da usare, i pickup non hanno i poli esposti, la verniciatura del body non è delle migliori che ho visto ma considerata la fascia di prezzo è buona, nel retro abbiamo la placca che copre l'elettronica e due basette che fungono da neck plate (chiamate super playbility joint system) che tengono il manico attaccato al body per mezzo di 4 viti, sistema curioso ma evidentemente efficace visto che dagli anni 90 non hanno fatto una piega.

Infine la paletta, molto più bella delle attuali RBX, con la parte inferiore sbalzata e colorata  come l'acero del manico molto elegante e con le quattro meccaniche probabilmente su licenza gotho in tinta con il ponte, presenta la scritta che segnala il Paese di produzione: Taiwan.

L'elettronica è minimalista,non troppo ordinata all'interno dello scasso, i potenziometri sono di tipo economico,  imbracciato lo strumento risulta leggermente sbilanciato verso il manico, ma essendo molto leggero credo sia normale, è da acceso che lascia piacevolmente stupiti, il suono è grosso potente ma comunque ben modulabile considerando il costo dello strumento è un buon risultato, l'elettronica a dirla tutta è un po' rumorosa specialmente con i toni aperti, ma tutto sommato abbiamo una bella botta e molti bassi dalla parte del precision e per il fraseggio più veloce abbiamo una buona definizione e dinamica sul pickup al ponte per cui abbiamo diverse configurazioni di suoni che rendono lo strumento abbastanza versatile. Con le dita il suono è bello rotondo ma anche grosso, con il plettro è bello definito e pronto, di volume ne abbiamo quanto basta, lo slap invece non viene granchè bene nonostante il settaggio fatto ad hoc non mi sento di dire che sia un basso adatto. Se avete voglia di avere uno strumento ben suonabile, economico, leggero, versatile ma realizzato con discreta cura siete davanti ad una buona alternativa al solito Squier o Cort o Sterling o rockbass che non vi lascerà sicuramente indifferenti.

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