music man sabre classic

 

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Music Man Sabre Classic

Da sempre nella musica si hanno idee e preconcetti di qualcosa che funziona e qualcos'altro che funziona meno, a maggior ragione la differenza si sente se la questione riguarda uno strumento, a volte ha successo altre volte è un flop anche se ingiustificato.

Come in tutti i settori sarebbe meglio parlare più che di flop di tendenza, se sono di moda o no, se tutti ce l'hanno o se in pochi lo usano, anche il solo colore potrebbe condizionare la rivendibilità, anche se sembra difficile da credere.

Io da sempre mi sono speso nel consigliare l'acquisto di uno strumento versatile, perché nel tempo cambia la musica, la tendenza, i generi musicali, le passioni e soprattutto cambiano le persone con cui suoniamo ma in molti casi mi capita di notare che tanti preferiscono il mono suono che sia affidabile, conosciuto, "tondo", carico, sempre quello perché mi piace così, tanto da essere preferito in molti casi alla versatilità di strumenti con maggior possibilità di regolazioni.

Mi sono imbattuto qualche mese fa in questo splendido esemplare di Music Man Sabre classic, realizzato nel 2014 in America come tutti Music Man, sinceramente mi è capitata un' occasione ex demo anche perché per le mie tasche è uno strumento troppo impegnativo, la versione classic infatti passa abbondantemente, come prezzo del nuovo, i 2000 euro.

Il basso è esteticamente fuori dal comune, considerando la produzione in serie, in quanto presenta finiture degne delle migliori liuterie, a partire dal manico in acero fiammato e la tastiera in acero occhiolinato che lasciano veramente senza parole.

Partiamo con ordine nella descrizione: il body è in swamp ash con delle bellissime venature ed è (incredibilmente) un pezzo unico sul quale svettano in bella mostra i due humbuckers circondati da un battipenna a tre strati di forma irregolare che si collega con una basetta in metallo cromato che ospita i controlli volume, alti, bassi e il selettore per gestire gli humbuckers da 5 posizioni. Di notevole mole anche il ponte in acciaio cromato che ricordiamo è una evoluzione di quello dello Stingray ma nella versione Classic ha la base allungata per contenere e gestire gli stoppacorde che hanno la possibilità di essere inseriti o esclusi grazie ad una manopola zigrinata di regolazione dell'altezza delle spugne. L'elettronica differisce dalla versione anni 80 del Sabre in quanto è a due vie (alti e bassi), mentre in quegli anni era a richiesta inseribile anche il controllo dei medi è l'elettronica diventava a tre vie è l'attacco del jack era alloggiato nella parte bassa del body, per cui abbiamo trovato già una differenza che rende questo classic un "prodotto" ibrido con caratteristiche che hanno anche equipaggiato le ultime produzioni di casa Music Man la voglia è evidentemente quella di stare al passo con i tempi e avere il richiamo vintage delle "belle cose di una volta" senza perdere d'occhio il costo di produzione, equipaggiando il più possibile con particolari evidentemente già reperibili in azienda.

Nella parte posteriore del body troviamo la placchetta che ricopre il vano batteria, fatta come una volta in metallo cromato di forma esagonale avvitato con due viti, la placca che fissa il manico al corpo una volta era di forma quasi quadrata aveva quattro viti ora è di forma rettangolare con 6 viti sicuramente più stabile della precedente versione degli anni 80 (seconda differenza). Il manico, che è sicuramente la parte più pregiata dello strumento, è un bellissimo acero fiammato mentre la tastiera (incollata) è un inserto di acero occhiolinato che sembra, grazie anche alla verniciatura in poliestere bella spessa, veramente un'opera d'arte di liuteria, il manico è così verniciato anche nella parte posteriore al contrario delle produzioni normali o delle produzioni anni 80 che erano solo satinate.

Sulla tastiera e sul suo bordo abbiamo i riferimenti con dots neri in plastica e come capotasto è presente quello in plastica delle produzioni attuali realizzato in maniera particolare e curata forse per permettere alla corda di poter vibrare in maniera più libera ed ottenere più sustain, altra differenza presente nel manico rispetto alle versioni 80 e la regolazione del truss rod questo del Classic si regola dalla parte del body (come tutte le nuove produzioni), ed è veramente molto facile regolarlo rispetto a tanti altri bassi mentre prima era presente una vite sulla paletta a vista.

Ricordiamo che il trussrod è la parte probabilmente più delicata di uno strumento musicale questi realizzati dalla musicman a doppia azione sono a livello qualitativo e soprattutto di regolazione veramente molto buoni. La scritta sulla paletta è differente dalle versioni anni 80 diciamo, un misto anni 70/80 con l'aggiunta della scritta classic sopra il nome (Sabre) per quanto riguarda le meccaniche (Schaller) sono praticamente identiche , stessa disposizione , stesso string retainer, altra differenza sul manico e lo Skunk stripe (la striscia di legno più scuro presente nel retro del manico che copre il truss rod dopo l' inserimento) nel caso del Classic e delle nuove produzioni non è più presente.

L'elettronica è stata semplificata rispetto alla versione originale quella anni 70 ed anche rispetto alla versione anni 80 in quanto all'epoca, a richiesta, era reperibile quella con i tre controlli (oltre al volume) che comandavano alti medi e bassi in questi nuovi produzioni non è reperibile nemmeno a richiesta il controllo dei medi. I magneti in alnico rispetto alla primissima versione (e allo stingray) hanno i poli coperti da una cover nera e sono passivi quello al manico è a 16 poli mentre quello al ponte è a 8 poli il preamp è attivo con alimentazione con pila da 9 volt e come detto in precedenza equalizzazione a 2 bande.

Indossando lo strumento risulta molto ben bilanciato, il peso non è eccessivo e il manico è abbastanza standard ne grosso ne sottile con profilo a C, gli stoppa corde danno, oltre alla caratteristica estetica, anche la possibilità di variare il suono della corda che vibra, anche se effettivamente nella musica moderna è difficile metterli in azione.

Il suono cambia sia di volume, anche se non in maniera fastidiosa, che di tono il pick-up al ponte nella posizione del selettore 1 (verso l'attacco Jack) è in parallelo e il suono risulta più ricco di toni alti oltre che leggermente più alto di volume di uscita, più aperto, nella posizione 2 abbiamo un suono leggermente nasale che è un mio parere è meno caratteristico.

La posizione centrale del selettore mette i due humbuckers in parallelo e tutti e quattro i magneti vengono attivati a mio parere è la posizione che ha più sfumature di suono, si sentono un po' tutte le caratteristiche dei due humbucker senza esagerazioni ed hanno veramente un suono tondo, pulito, potente, c'è veramente tanta roba si sente che il sound non è dato dal solito strumento sentito e risentito.

Anche se lo ritengo uno strumento estremamente versatile, tutto sommato a mio parere le posizioni del selettore 1 e 2 si somigliano molto tra loro e così anche la 4 e 5 inoltre la regolazione dei toni sia quelli alti che quelli bassi può solo essere aggiunta non ha la classica posizione centrale per puntare lo zero ed aggiungere o togliere tono ma parte dallo zero e può solo aumentare. Adatto soprattutto a generi dove la dinamica si deve sentire, il funky il rock anche quello pesante il metal (anche se in realtà è un basso troppo fighetto) non è sicuramente uno strumento che scalda l'ambiente senza farsi notare per cui occhio che se aprite bene tira giù i muri ma sicuramente è anche facilmente modulabile, a mio parere lo Stingray è in generale, nonostante il suono poco versatile, più cattivo.

In conclusione nonostante il prezzo elevato, giustificato però da un altissimo livello di qualità e finiture, se lo trovate in negozio, visto che anche questa volta alla produzione sembra un po' discontinua, provatelo, vi potreste innamorare, a mio parere è da scegliere quello con la tastiera in acero perché veramente di livello superiore a quello in palissandro anche esteticamente parlando.

 

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