Gibson thunderbird

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       La sperimentazione per spartirsi fette di mercato e la costanza nella ricerca hanno sempre caratterizzato la produzione di strumenti musicali solid body in America anche perché il settore all'inizio degli anni 60 ebbe un' esplosione di massa grazie alle band giovanili che si imponevano sui palchi di tutto il mondo.

Così nel 1962 viene incaricato da Gibson il designer Ray Dietrich che ha il compito di progettare un modello riconoscibile a prima vista a livello di design, per cercare anche di contrastare il successo che la concorrenza stava avendo con modelli innovativi, prima di tutte Fender che con Jaguar e Jazzmaster stava dando lustro (e fatturato) al marchio.

Fu così che sotto l'ispirazione della Gibson Explorer del 1958 nacque la chitarra Firebird e successivamente il Thunderbird bass dalla linea innovativa, per quegli anni sicuramente futuristica.

È uno strumento che si ama o si odia, io stesso non essendo amante della sperimentazione delle linee, cioè mi approccio con maggiore propensione a strumenti dalle linee più morbide e più commerciali, più standard, quando mi è arrivato il basso a casa mi sono chiesto chi me lo avesse fatto fare, di solito suono generi abbastanza tranquilli e questo è un basso adatto a palchi di hard rock, metal, o comunque musica abbastanza spinta, così pur titubante e perché ormai lo avevo in casa ho fatto una bella prova per vedere come mi ci trovavo.

È uno strumento lungo, nel senso che occupa molto spazio, la cosa che immediatamente si nota imbracciandolo è la realizzazione del bel neck through body che sfocia attraversando il manico in una paletta che sembra rovesciata rispetto a come dovrebbe essere con il legno che fa uno sbalzo e incornicia il perimetro del tutto mettendo in risalto la liuteria non conforme di questo prodotto Gibson caratteristica ulteriore di questa paletta è il fatto di essere inclinata rispetto al manico probabilmente per dare tensione alle corde e per renderle più facilmente settabili, l'angolo che ha la paletta rispetto al manico è simile a quello dei bassi Warwick.

Partiamo dal body, come abbiamo detto è uno strumento neck-through troviamo infatti una costruzione in tre pezzi due ali di mogano incollate ad una tavola che parte dal ponte ed arriva alla paletta in un blocco unico più spesso rispetto alle ali di circa un millimetro è formato da un sandwich a 9 strati di legno di mogano e noce il tutto incollato assieme e posto in maniera da avere minor movimento possibile.

La finitura della vernice è molto sottile e sembra quasi impalpabile, Gibson dichiara verniciatura alla nitro ed effettivamente la sonorità del legno anche da spento è superiore al normale.

Il manico ha una bella tastiera in palissandro, la scala è 34 e risulta abbastanza comodo soprattutto quando si sale verso il capotasto è sottile non ci sono sbavature nella finitura e l'incollaggio dei vari strati di legno è veramente perfetto, anche la tastiera incollata è ben realizzata e la tastatura è fatta molto bene non si sentono minimamente i frets, è dotato di dots bianchi in plastica incastonati, a mio avviso avrebbero potuto stondare un po' la parte finale della tastiera dove termina sul body, a livello estetico le avrebbe donato.

Sul body abbiamo schierati sulla stessa linea (ovviamente) il ponte e due humbuckers e sotto abbiamo i semplici controlli vol-vol-tono generale e più verso il manico un generoso battipenna che reca il logo dello strumento, un simbolo celtico raffigurante l' aquila, uccello del tuono (o il falco... boh).

La cosa che rende il body un po' fragile rispetto agli urti, oltre alla verniciatura molto sottile, è dovuta anche al fatto di avere una tavola di legno non smussata negli angoli, questo fatto rende anche lo strumento più scomodo da indossare rispetto ad altri ed anche più pesante.

Il ponte viene adottato anche da altri modelli tipo il Gibson SG bass ed il Midtown semiacustico un ponte a tutto tondo si direbbe, bello massiccio ed ancorato a tre viti e di forma classica in questo caso è verniciato di nero.

Per quanto riguarda l' accordatura dello strumento abbiamo le meccaniche Grover sempre di colore nero il trussrod si regola aprendo la placchetta in plastica con il logo Gibson dorato tramite chiave a brugola (in dotazione).

Nota a margine l'aggancio della tracolla si effettua tramite due bottoni uno a vista ed uno dietro al body il bilanciamento del basso risulta abbastanza buono, molto meglio di quello che ci si aspetta.

Il meglio dello strumento comunque salta fuori quando lo si attacca all'amplificatore per via dei due humbuckers che veramente spingono in maniera egregia, zero rumore di fondo una potenza e una modulabilità invidiabili, rispetto ad altri modelli di Gibson che ho provato il suono è comunque deciso, grosso, gonfio ma è anche molto ben definito, rimane un basso da rock, la tastiera non consente la tecnica slap, ma il suo meglio a un mio parere lo butta fuori usando il plettro, veramente efficace come suono, ma lasciando comunque la definizione della nota una certa distorsione che è veramente molto bella e caratteristica senza slabbrare il suono è ben modulabile, la regolazione consente di ottenere action molto basse ma il sustain è veramente esagerato.

Uno strumento ottimo per il rock, metal e generi abbastanza pesanti, ricorda il Rickenbacker ed anche Ibanez musician in passivo, devo dire che come suono tutto sommato potrebbe rivelarsi ottimo anche per altri generi è il look che lo frega.

Sicuramente è un basso con il quale bisogna trovare feeling, il primo approccio potrebbe essere un po' sconcertante, ma una volta capito l'ingombro, il bilanciamento e che comunque suona in una certa maniera è veramente evidente che abbia i suoi perché.

Onestamente non ho mai provato la versione della Epiphone, devo dire che a livello di finitura, elettroniche e suono non dovrebbe essere difficile ottenere le stesse prestazioni da uno strumento che costa meno anche perché sul listino Epiphone hanno introdotto da un po' il Thunderbird classic IV Pro che promette di avere gli stessi humbucker TB+ americani ed essendo neck through body non si dovrebbe allontanare tanto dal fratello americano costando però un terzo, non l'ho provato per cui non so che dire era una riflessione importante in quanto il Thunderbird si trova come prezzo del nuovo da 1500 a 2.000 euro.

Una nota a favore è la stupenda custodia con interno in peluche bianco e la finitura in pelle esterna.

In conclusione ritengo che le Epiphone non avrà sicuramente il fascino del Gibson ma se avete una disponibilità economica limitata e vi piace proprio questo strumento potrebbe sicuramente fare al caso vostro la versione PRO con i pick up americani e neck through body.

Ricordatevi che il vostro genere preferito devi rientrare in quelli sopra citati in maniera tale da non rimanere delusi dall'acquisto è da tenere ben presente che nel caso di vendita la richiesta non è così forte per cui potrebbe deprezzare notevolmente il valore dello strumento perché il Thunderbird è unico, ma deve piacere.

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