Warwick fortress one

Warwick fortress one

 

http://www.warwickbass.com/en/Warwick---Basses-Made-in-Germany--Fortress--Fortress-One--4---5-string--Pictures.html

 

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Nell'ambito della nutrita produzione Warwick abbiamo diverse versioni di strumenti che hanno lanciato e rivoluzionato il marchio, altri che sono stati meno popolari e alcuni che invece sono passati tra l'indifferenza dei musicisti specialmente europei.

Il Fortress si può considerare uno di questi ultimi, uno strumento non troppo apprezzato in quanto non ha inventato niente non è stato rivoluzionario e neanche uno dei primi, l'estetica può piacere molto o per niente, ma rimane uno strumento realizzato con legni di buona qualità.

È stato presentato nel 1993, la casa tedesca aveva già a listino diversi modelli che avevano avuto un buon successo ma siccome in pochi dormono sugli allori viene presentato come strumento di gamma medio-bassa tenendo conto dello standard qualitativo e dei prezzi Warwick, questo in prova è infatti realizzato in Germania con elettronica minimalista ed anche passiva al contrario della maggior parte della produzione teutonica.

Le finiture sono di altissimo livello, i legni sono i soliti usati anche nei top di gamma, il ponte e le meccaniche sono cromate e i pick-up sono i soliti tedeschi Mec in configurazione j+p.

Il Body è in acero due pezzi verniciato molto sottile tanto che a furia di usarlo il pollice ha scavato la vernice, finitura che lascia all'utilizzatore, oltre che un piacere a livello estetico anche la possibilità di sentire il minimo dettaglio della naturalità del prodotto,

realizzato con grande maestria la selezione dei legni è sempre stata il fiore all' occhiello della ditta tedesca che già dall'inizio della produzione faceva largo uso di essenze particolari distinguendosi dalla restante produzione industriale mondiale.

In questo caso, come detto in precedenza, abbiamo per quanto riguarda la posizione dei pick-up la configurazione Hot Rod cioè split al manico e single coil al ponte (la mia preferita) capace di creare una miscela di suoni molto accattivante e sicuramente versatile.

Il family-feeling si vede e si sente chiaramente nell' imbracciare lo strumento che risulta abbastanza bilanciato ed anche ergonomico nell'uso, anche se il body al contrario di alcuni modelli precedenti è completamente piano.

Il ponte in due pezzi è sempre caratteristico dello stile Warwick, in questo caso cromato, come le meccaniche ed i controlli dei potenziometri, ma esistono anche modelli dorati.

Nel retro del body troviamo il vano dell'elettronica, il classico sportellino in plastica facilmente raggiungibile e smontabile, anche se una volta aperto ci accorgiamo immediatamente che rispetto ad altri modelli sembra vuoto, schermato con vernice alla grafite è comunque molto ordinato.

L'ancoraggio del manico è tipico dei Warwick ed è a 4 viti prive di placca metallica, il manico è in wenge verniciato a poro aperto tre pezzi e termina nella caratteristica paletta nera con meccaniche 2 + 2 marcate Warwick, in posizione ergonomica, la tastiera è sempre in wengè con i tipici frets bronzati scala 34, 24 tasti senza riferimenti se non nella parte laterale, regolazione del truss rod alla paletta sotto il copri vite che reca il nome del modello.

I controlli sono: volume generale, selettore pick-up, bassi e alti.

Il capotasto è il massiccio ABM detto anche just a nut 1, in ottone, molto usato da Warwick fino alla fine degli anni 90, molto comodo e con la possibilità di regolare, tramite una vite piatta all'altezza del punto dove poggia la corda, l' altezza della stessa in maniera indipendente dalle altre, questo sistema ora è stato sostituito dal just a nut 2 o 3 (dipende dal modello).

La cosa che mi ha lasciato un po' di dubbi in questo modello passivo è il suono, non è come gli altri, è molto modulabile, quasi delicato, anzi a dire il vero l'ho trovato un po' spompato, capisco il fatto che sia passivo, ma confrontato con altri strumenti era veramente più basso di volume, sono rimasto un po' deluso non sentendo il tipico ringhio che contraddistingue il marchio.

A mio parere per correggere comunque questa mancanza di volume basterebbe mettere un booster interno (o un pedalino esterno) che sicuramente aiuterebbe lo strumento nella sua espressività, le nuove versioni infatti sono praticamente tutte attive a partire da quella economica denominata rockbass, segnale evidente che qualcosa non ha funzionato in questo modello passivo.

I generi con cui ci si può approcciare grazie specialmente alla liuteria sono molteplici, primo tra tutti il funky questo strumento è vocato per lo slap, grazie alla tastiera veloce e ad un settaggio veramente invidiabile è poi possibile suonare un po' di tutto dal metal al jazz (si arriva tranquillamente ad usare tutta la tastiera), dal rock al blues, i vari stili moderni per virtuosi, tapping, accordi, ripeto è uno strumento versatile grazie anche alla configurazione di pick-up, però, a mio parere, bisogna lavorare un po' sul elettronica (o sulla effettistica/amplificazione).

È comunque un ottimo prodotto, entrate in casa Warwick, dove ok ci sono prodotti che costano cinque volte tanto, ma questo a livello globale può riservare grandi soddisfazioni, cercandone uno usato lo potete trovare allo stesso prezzo di un Fender Messico e sicuramente a livello di finiture siete su un altro pianeta.

Lo strumento veniva venduto corredato da una gig bag Warwick e il manuale d'istruzione comune per tutti i modelli.

Si ringrazia vivamente Galeazzo Frudua per il prezioso materiale messo a disposizione nel suo sito.

 

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