Alembic Elan 1992

 

Alembic Elan 1992

 

http://www.alembic.com/

 

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       È vero che uno strumento non è per sempre o non è l'unico che si utilizza, ma a volte ci si confronta, o meglio si confronta la produzione seriale degli strumenti con qualcosa che attira l'attenzione e che inizialmente si guarda da lontano, poi quando ci sbatti contro non puoi più far finta di niente e sei costretto ad ammettere che devi per forza alzare l' astina virtuale di quella che consideri la definizione di qualità e la alzi talmente tanto che sai che probabilmente non dovrai spostarla ancora una volta.

Sto parlando dei bassi Alembic.

Mi è capitato di provare alcuni strumenti della produzione di qualche anno fa, l' Alembic Elan è stato prodotto dal 1985 al '97, ora si riesce a trovare solo usato, questo del 1992 è veramente portentoso, sono rimasto veramente molto colpito.

Si tratta diciamo di un modello "accessibile" anche se tale parola per questo marchio può risultare non comprensibile a tutti visti i prezzi di listino anche degli entry-level, si tratta infatti di prodotti che richiedono un grosso apporto umano nella produzione ed a prima vista non credo proprio che questo personale lavorante possa essere messo lì a caso, ma richiede anni di preparazione per arrivare a questo livello di produzione.

È uno strumento neck through body il manico è composto da tre strati di acero con venatura alternata che sfocia in una paletta impiallacciata fronte e retro da un foglio di noce fiammato (uguale al top del body ma con spessori differenti) con finiture perfette (è veramente maniacale nella disposizione) che lo staccano dalla continuità del manico al quale vengono incollate le due ali sempre in acero del body, disegno pulito ed essenziale, anche se il richiamo delle finiture contribuiscono a formare comunque un insieme veramente molto elegante.

La parte superiore del body ha il top in noce fiammato che lascia comunque lo stacco dall' acero a vista dando una piacevole discontinuità all’ insieme, il ponte è stato distintivo fin dai primi modelli, in due pezzi, ha il tendi corde e il ponte vero e proprio, tutto realizzato a mano in ottone (massiccio) con la caratteristica forma Alembic dalla quale si sono ispirati altri produttori (Warwick in primis), tendi corde ancorato al body tramite tre viti, svettano poi sul top i due humbuckers passivi di produzione Alembic a bassa impedenza (ricordiamo che Ron Wickersham ha inventato il pickup attivo nel 1969 ed ha fondato la Alembic insieme a Rick Turner) oltre ai controlli volume tono e selettore pick-up, il basso è solo attivo lo switch presente serve a filtrare le frequenze cambiando parecchio il suono, switchando rende molto versatile lo strumento.

La finitura del body è oltre che perfetta anche veramente ricercata, tra lo strato del top e l'acero del body è stato introdotto un foglio di legno di amaranto che fa bella vista e sembra quasi un binding (purtroppo nella foto non è ben visibile).

Prima dell'inizio della tastiera è stato ricavato uno scasso per l'ispezione del trussrod (doppio) coperto da una placchetta in ottone con inciso sopra il numero di matricola il modello distinto da una lettera (H = Elan) e l'anno di produzione, la stessa sigla è incisa anche all'interno del vano dell'elettronica attiva nel retro del body, schermato con vernice isolante al rame argento (non la solita grafite). La disposizione dell' elettronica è molto ordinata, ci sono due potenziometri all'interno del vano quelli blu che consentono di regolare il volume di ogni pickup in maniera indipendente ed è inserito anche un filtro antidisturbo cilindrico, da notare che le viti della copertura in plastica copri elettronica hanno una piccola sede in ottone che si incunea nel legno non vi è una vite a diretto contatto.

Il manico come già detto è in tre pezzi di acero ed attraversa il corpo, la tastiera è in ebano di buon spessore e vi sono inseriti i segnatasti ovoidali in madreperla di abbondanti dimensioni, l'accuratezza dell'assemblaggio è veramente esemplare, i tasti sono medi e la scala è 34 (si trovano anche 32 e 30,5), due ottave, capotasto in ottone regolabile tramite brugole, anche questo non è direttamente appoggiato al legno ma vi è una basetta sempre in ottone che fa da spessore, la paletta è composta oltre che da tre pezzi che corrono lungo lo strumento anche da una ulteriore aggiunta di legno, le finiture di binding e gli strati che compongono lo stesso sono laminati alla perfezione, il top richiama quello del body è infatti chiamato matching headstock ma gli intarsi che lo legano al manico sono veramente un capolavoro di liuteria estremamente precisi e discreti non appesantiscono il design dello strumento ma si fanno notare, il simbolo Alembic anche questo in ottone è incastonato sulla paletta, le meccaniche sono della gotho marcate Alembic, estremamente precise, sono l'unica cosa insieme al ponte fissata direttamente a legno tramite viti.

Il manico è sottile, il radius è appena accennato rendono veramente molto suonabile lo strumento, anche la tastatura perfetta fa suonare in maniera ottimale tutti i tasti, sustain memorabile non abbiamo decadimento delle note in nessun punto.

Per quanto riguarda il suono i due humbuckers lavorano veramente in maniera egregia e molto personale, hanno volume, presenza, attacco e tono molto omogeneo, personale e riconoscibile, non somigliano a nessuno, tantomeno a Fender, è qualcosa di esoterico, si cambiano tramite la miscelazione dei pick-up moltissime sfumature di suono e con lo switch denominato Q filter queste possibilità raddoppiano perché processa il suono in maniera un po' differente senza però stravolgere il carattere dello strumento, basso adatto veramente a tutti i generi ci si suona veramente di tutto grazie anche alla tastiera veloce e ottimamente suonante.

Lo strumento tra l'altro è discretamente pesante 4,45 kg ma perfettamente bilanciato.

Siamo di fronte alla Rolls-Royce della produzione di media scala, in Alembic lavorano da sempre 24 persone, che si alternano a nuovo personale quando qualcuno lascia l’ azienda, ricordiamo che Alembic dalla fine degli anni 70 all’ inizio degli anni 90 era il sogno nel cassetto di tantissimi bassisti, negli ultimi anni probabilmente a causa della poca sponsorizzazione di artisti e dell’ arrivo di molte case semi artigianali che invece sponsorizzano e pagano endorsement (e probabilmente anche a prezzi non da crisi globale) Alembic ha vissuto un po’ di rendita, a mio parere in un settore che negli ultimi dieci anni è diventato veramente agguerrito a tutti i livelli non hanno avuto evoluzioni straordinarie degne del marchio, diciamo che è rimasto un prodotto di nicchia per super appassionati, con una filosofia di costruzione e di scelta dei materiali molto personale.

Esistono nonostante tutto, sempre a mio parere, anche cose che si potevano migliorare, ma è una questione di gusti.

Il design della paletta per esempio non è proprio un capolavoro, può andare, ma potevano fare di meglio, del resto gli Alembic hanno alcune volte forme un po' stravaganti che sembrano prese dai libri di fate, gnomi e folletti, anche lo stesso simbolo del marchio mi fa venire in mente che gli ideatori ci andassero pesante con l'uso di sostanze, sempre nella paletta anzi nel retro abbiamo delle meccaniche firmate Alembic, si tratta di un modello di alta gamma con possibilità di regolare anche la dinamica del giro, ma che tanto ricordano nel design quelle dozzinali che si trovano su bassi entry-level da pochi euro.

Altra pecca a mio parere riguarda il ponte, le sellette per alzare le corde non sono indipendenti stanno tutte sulla stessa base che si regola da una parte e dall'altra ma non hanno la possibilità di essere regolate una ad una, c'è da dire in difesa del progetto che il ponte segue la curvatura del radius per cui credo sia voluto il fatto di non dare la possibilità ad un utente poco esperto ai settaggi dello strumento di fare più danni di tanto regolando in maniera poco intelligente l'altezza delle corde e rendendo così la tastiera non omogenea nel suono.

L'ultima cosa che faccio notare è dovuta al fatto che gli strumenti sono veramente molto costosi ma una volta che vengono messi in vendita sul mercato dell'usato raggiungono veramente prezzi ben abbordabili (per cui ci si perde molto), ma questi come filosofia sono strumenti per la vita per cui se decidete di acquistarne uno non pensate alla rivendibilità.

Lo strumento viene fornito di custodia rigida dedicata, di pergamena che spiega nei dettagli tutte le componenti e i tipi di materiali usati e di chiavi di regolazione... credo, da quello che ho letto, che la garanzia del prodotto sia "a vita" ma non datelo per scontato.

Sicuramente si viene colpiti dall' insieme, se vi piace il suono e l'estetica è sicuramente uno strumento straordinario, se ve ne capita uno a tiro cosa alquanto rara provatelo ne vale veramente la pena, se siete poveri come me anzi, non provatelo che poi ci state male...

Grazie al sig. Qualcuno che mi ha permesso di provare il suo strumento e di fare la recensione mettendosi a disposizione con tempo e passione.

Attenzione: Alembic non ha più un rivenditore in Italia e neanche un’ assistenza autorizzata, per cui cercate strumenti perfetti perché i ricambi potrebbero metterci un bel po' ad arrivare ed a prezzi sicuramente non proprio modesti.

 

 

 

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