Warwick Thumb NT 1991

Warwick Thumb NT 1991

 

14.jpg15.jpg16.jpg17.jpg18.jpg19.jpg20.jpg24.jpg

https://www.warwick.de/en/Warwick--Products--Instruments--Customshop---Masterbuilt--Basic-Bass-Models--Thumb--Thumb-NT--Thumb-NT-4-String.html

All'inizio degli anni 80 alcuni trafiletti pubblicitari, solitamente in bianco e nero, su riviste specializzate, attiravano l'attenzione dei bassisti di tutta Europa e proponevano, tramite stimati endorsers (Ares Tavolazzi in Italia tra gli altri), un nuovo prodotto che era stato studiato e realizzato in Germania (ovest all' epoca) e che prometteva di essere una vera belva da palco, affollato all'epoca solo da strumenti americani o giapponesi e da qualcuno che usava ancora qualcosa made in Italy.
A mio parere è stato il sogno dei bassisti anni 80, sogno perché era veramente un basso economicamente non alla portata di tutti (due milioni e mezzo di lire dell'epoca), costava infatti molto più di un jazz bass americano ma era molto ambito per via dell'uso di componentistica di prima scelta ed una varietà di legni veramente inusuale ed esteticamente molto bella (bubinga e wenge).
La produzione del tempo parte nel 1985 con il modello JD, solo attivo, elettronica e pickup EMG (ancora il più ricercato) che è tuttora in produzione, ma di uguale all' 85 è rimasto solo il nome.
Particolarità dello strumento è il volume dato dai pick up single coil attivi e la cattiveria nell'attacco dell'elettronica sempre attiva, il pickup al ponte viene messo di traverso per dare il caratteristico ringhio per cui si è distinto dagli altri bassi.
Questo modello del 91 monta pickup MEC ed elettronica MEC entrambi attivi che tramite lo switch sul volume può variare in passivo e secondo il mio modesto parere i pickup MEC sono più modulabili e meno ringhiosi rispetto agli EMG ma pur sempre ottimi, dipende da che genere si deve suonare.
Il ponte dello strumento, in ottone verniciato, è in stile Alembic, in due pezzi, soluzione adottata dal 1987 che conferisce allo strumento personalità oltre che regolazioni dell'action rasoterra.
L'elettronica, a due vie, è molto semplice; il primo controllo è il volume con switch attivo passivo, il secondo è il pan pot dei pickup per cui il selettore, il terzo, coassiale, controlla bassi e alti (i modelli più recenti hanno sviluppato elettronica a 3 vie con controllo anche dei medi.

Le ali del body sono in bubinga, un legno africano molto duro, pesante ed esteticamente bellissimo oltre che particolarmente raro sugli strumenti di questo tipo, e la curvatura del body, non la solita tavola dritta, entra nell'elenco dei desideri dei bassisti di tutto il mondo.
La tastiera, priva di riferimenti, è in ebano tigrato, corredata da 23 tasti in ottone, scelta che la Warwick fa per distinguersi e per avere dei tasti longevi e massicci e anche coreografici che colorano la tastiera di una piacevole nota dorata.
Il capotasto è in ottone massiccio con delle viti, in corrispondenza del passaggio delle corde, che servono a regolare l'altezza in maniera indipendente, soluzione veramente molto valida.
Il manico è composto da 7 strati di wengè e bubinga che corrono lungo tutto lo strumento determinando sia l'estetica che la risonanza della stessa, è abbastanza sottile con il profilo a C standard e termina nella paletta che si contraddistingue per una verniciatura colore grafite dove spicca la W in madreperla simbolo della casa costruttrice tedesca. Le meccaniche sono firmate Warwick (probabilmente fornite dalla gotho), molto precise e con la possibilità di regolare l'intensità tramite una vite posta sulla sommità delle meccaniche stesse, verniciate in nero.
Sempre sulla paletta troviamo il coperchio in plastica copri truss rod con il nome del modello stampato sopra, la barra è a doppia azione (a mia memoria in qualche anno non l'ho mai toccata).
Quando si imbraccia lo strumento si ha subito un'impressione di "selvatico", non sono i soliti legni tradizionali, sono ruvidi, si sente la venatura del legno del manico, la tastiera è porosa e le righe del taglio sono sotto le dita, lo shape del body (che rimane abbastanza piccolo) è unico; il basso si indossa grazie ad una curvatura del body che ha caratterizzato il successo di questo modello ed anche la particolarità. Si tratta di uno strumento pesante, ma non fastidioso, non è neanche tanto bilanciato, ma ha un fascino unico.
Il suono è potente, cattivo ma anche modulabile, l'attacco è buono e in passivo riesce ad essere anche molto educato zero rumori di fondo ed aggancio Jack molto fruibile e stabile, ottimo sustain; l' elettronica è ben presente nella modalità attiva e colora molto il suono in maniera anche violenta, ottimo per lo slap ma anche utilizzabile in situazione più tranquilla, molto buono anche suonato con il plettro, intercorda da 16,5mm non regolabile.
All'epoca questo modello era stato totalmente realizzato in Germania ed era sinonimo di grande qualità dei materiali e notevole cura costruttiva e veniva, nonostante il prezzo proibitivo, corredato da una borsa morbida per il trasporto dello strumento e da un libretto di istruzioni abbastanza scarno.
Sostanzialmente, a parte il peso importante, non ho trovato difetti, il basso ha una sua personalità molto forte, un suono personale e ben definito, una realizzazione impeccabile, se riuscite a trovarne uno a buon prezzo andate a provarlo perché merita veramente.

 

http://www.warwickbass.com/en/Warwick-.html

21.jpg22.jpg23.jpg25.jpg26.jpg27.jpg28.jpgscheda_warwick.gif
IMG_7024j.jpg

SEGUICI SU:
facebook instagram youtube twitter