Fender Jazz Bass American Standard 2011

 

Fender Jazz Bass American Standard 2011

 

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In prova l'ultima evoluzione del Fender Jazz bass American Standard che dopo oltre 50 anni di manipolazioni è stato sostituito come nome di definizione dall'american Professional, (il nuovo standard), evoluzione non semplice visto che si va a toccare un "mostro sacro" della produzione mondiale di strumenti a 4 corde e che probabilmente in tutta le sue contaminazioni e manipolazioni è ancora il fulcro fondamentale per tenere in piedi le sorti, non sempre scontate, della Fender.

Creato dal genio di Leo Fender nel 1959 ha visto la luce (commerciale) nel 1960 per dare un'alternativa al già famoso precision bass, il primo basso elettrico e consentire ai musicisti di avere nuovi suoni e suonabilità più agevole, rimanendo comunque uno strumento semplice.

Il problema è che quando crei una cosa pressoché perfetta poi nel futuro per aggiornarla e rimanere al passo coi tempi la storia diventa difficile, infatti nel corso di oltre 50 anni le modifiche sono, in fondo, state quasi esclusivamente estetiche.

Parlando chiaro ritengo che la serie dal 2011 fino alla sostituzione con l'american Professional sia la migliore serie di jazz Bass degli ultimi 30 anni, hanno cercato di migliorare tutto ed anche se a mio parere si poteva fare di meglio credo che a livello industriale siano stati fatti i maggiori sforzi possibili per rimanere in vetta alla classifica degli strumenti più venduti.

Body in Ontano due pezzi, negli anni è stato modificato con il passaggio delle corde dal body ed un ponte string through che permette di ancorare le stesse sfruttando il ponte dello strumento solo come regolazione, cercando di aumentare così il sustain e la vibrazione del body per dare più definizione e tono alle note, purtroppo l'evoluzione della lavorazione industriale ha portato alla creazione di uno scasso che ha ridotto l'”integrità” del corpo creando una vera e propria "vasca" per far passare i fili ed alloggiare i pickups ed un buco per l'ancoraggio della lavorazione CNC che a me non è mai piaciuto...

Ponte massiccio, cromato veramente in maniera impeccabile, regolazione ottima ed estetica eccellente, Inoltre è molto comodo avendo i bordi smussati non ci si gratta la mano quando si suona vicino allo stesso,se si preferisce inoltre nel ponte possono passare anche le corde in maniera, diciamo, consueta senza passare dal body, c'è anche la possibilità grazie alle sellette predisposte di regolare l'intercorda.

Nella parte alta del body l'invito per l'avambraccio è stato leggermente accentuato per consentire allo strumento di essere più comodo, per quanto riguarda il battipenna è rimasto pressoché uguale, tre strati, non ci sono novità neanche nei colori perché l'integralismo dei clienti non avrebbe probabilmente accettato cambiamenti, placca in metallo cromato che porta i soliti controlli, volume- volume- tono invariata da sempre, micro scasso per la regolazione del truss rod, scomodo e di facile scalfittura, quando si regola anche se in dotazione c'è una chiave apposita si rischia sempre di segnare il body e il battipenna, meglio svitare le 4 viti della placca e scalzare leggermente il manico per accedere alla vite del truss dal body per evitare danni, elettronica semplice e ben realizzata anche se a quel prezzo avrebbero potuto usare componentistica superiore, soliti potenziometri CTS da 250k l'input del jack è Fender ed è anche quello minimalista, il vano elettronica è verniciato, non schermato, le saldature sono fatte bene, il cavo, plastificato ai minimi termini, condensatore da 10 cent, la grande novità dal 2011 e che di serie sono stati installati i pickup Custom Shop jazz 60’s (ovviamente single coil)che promettono di essere migliori di quelli delle serie precedenti, la verniciatura del body è veramente ben realizzata anche se essendo comunque una laccatura in poliestere facilmente tende ad ammaccarsi ed a sbeccarsi, l'assemblaggio generale risulta molto curato del resto l'uso di macchine a controllo numerico è una garanzia della precisione di realizzazione del prodotto con standard qualitativi molto elevati ed uniformi.

Solita placca in metallo cromato con 4 viti per ancorare body e manico con incisa la marca e il luogo di produzione dello strumento.

Il manico in acero in pezzo unico, veramente comodo, è un profilo chiamato modern C che è stato modificato rispetto al profilo C classico rendendolo più smussato nella parte superiore del retro dove si appoggia il pollice (per intenderci) rendendo l'esecuzione più agevole rispetto ai modelli precedenti, la tastatura è perfetta, ed anche la verniciatura della tastiera (nella versione in acero) non ha difetti, il retro manico è satinato, capotasto da 38 mm, scala 34, 20 tasti medium jumbo, il vero punto di forza è il sistema posiflex due barre in grafite che corrono parallele oltre a stabilizzare il manico lo aiutano a contrastare gli spostamenti dovuti al clima e agevolano la regolazione dell'inclinazione dello stesso, onestamente non è una novità in quanto sono 20 anni che è presente sui bassi della serie americana, ma rimane sempre una delle differenze importanti rispetto alle altre produzioni (sempre di casa Fender).

Paletta di disegno estremamente classico dove sono incastonate le quattro meccaniche, a mio parere erano esteticamente più belle le precedenti, hanno un disegno un po’ goffo, prodotte probabilmente dalla hipshot ma comunque marchiate Fender sono ottime meccaniche, tengono perfettamente l’ accordatura, sono leggere e ben modulabili, unico neo è trovare un eventuale ricambio nel caso disgraziatamente se ne rompa una…e lo strumento è stato dismesso dal listino un paio di anni fa…perché fanno di ‘ste stronzate lo sanno solo loro… capotasto in osso sintetico (leggi plastica), alberino abbassacorde di disegno standard, scritta spaghetti logo (aggiornata) tanto per non perdere il richiamo col passato.

Il suono:

cosa si può dire di uno strumento del genere, si suona di tutto anche se non è indicato per tutto, lo hanno suonato tutti anche se magari non lo indossano sul palco, è il suono che ha fatto buona parte della musica degli ultimi 50 anni, un mito che non cessa di esistere anche se messo a dura prova, un suono presente, ricco di armonici, con un carattere e un tono tutto suo che ha influenzato tutti, l’ insieme non giustifica il prezzo ma te lo fa accettare, personalmente credo che un bassista debba avere un jazz bass nel suo arsenale, è uno standard, uno strumento di riferimento, super imitato, una icona del panorama mondiale bassistico e questa fama indiscussa non è stata sicuramente un regalo, ma che ve lo dico a fare... se siete interessati e non ne avete mai provato uno recatevi in un qualsiasi negozio per provarlo di persona perché è onnipresente ed è facilmente reperibile anche come usato a prezzi onesti, ricordatevi che mantiene molto alto il valore nel tempo ed è facilmente rivendibile.

Viene venduto corredato di un bell' astuccio rigido (un pò delicato e molto ingombrante) ottimamente rifinito, chiave a brugola per sellette e truss rod.

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