BO-ONE B4

 

BO-ONE B4

 

 

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 https://www.bo-one.it/blank

 

Nel panorama mondiale, passato il periodo di vacche magre che ha portato specialmente le grandi industrie di strumenti musicali a proporre modelli sempre più particolari, accattivanti e innovativi sono entrati, grazie allo sdoganato know hown tecnico, sempre più fruibile grazie ad internet ed allo sviluppo del mercato globale, in maniera esponenziale a dire la loro le “botteghe” di liuteria, a volte veri e propri spazi rubati a parenti, a volte piccole-medie realtà con produzioni limitate ma diffusione mondiale, per anni operando nell’ ombra dell’ anonimato, visto il mercato ristretto che poteva proporre la provincia/regione di appartenenza e il passaparola, ora nel libero mercato globale, avendo acquisito tecniche artigianali a volte strabilianti, possono fare concorrenza alle major proponendo prodotti originali nello stile e versatili nel suono, con la possibilità della personalizzazione richiesta anche dal cliente più esigente.

E’ il caso della liuteria BO-ONE dove Marco Pontillo è l’ indiscusso leader del gruppo di lavoro che realizza questi capolavori, peraltro la produzione affianca una linea di chitarre abbastanza nutrita, dalla linea originale e audace, con l’ uso di materiali di prima scelta, stagionature naturali e finiture manuali veramente eccellenti, ma anche con una perfezione di realizzazione dovuta all’ uso di macchinari a controllo numerico che garantiscono la realizzazione ottimale delle componenti.

Fare il liutaio è un mestiere ingrato che spesso non ripaga degli sforzi fatti, in questo caso c’è stata una ricerca sia stilistica che nella scelta degli accoppiamenti dei materiali e delle finiture per creare un prodotto che soddisfa sia l’ esigenza del neofita che quella del professionista alla ricerca di un prodotto di elite a prezzo accettabile.

Nel caso del basso elettrico il prodotto finale è questo B4 (sul nome potevano impegnarsi di più) prodotto e realizzato in collaborazione con il designer Ivan Manzini co-fondatore della BO-ONE, presenta soluzioni audaci ma molto pratiche e seppur esteticamente discutibile (o si ama o si odia) è veramente uno strumento progettato per rendere al massimo ed essere adatto a tutti gli utilizzatori grazie a varie soluzioni tecniche che andiamo ad elencare a breve.

Il design è innovativo, ma soprattutto ergonomico per una facilità di esecuzione in tutte le situazioni anche quelle più impegnative e con il suo peso piuma (3,4 kg) ed il perfetto bilanciamento body manico si indossa senza nessun tipo di problema.

Partiamo dalla descrizione del body, realizzato in quattro strati, top in ebano Makassar, strato di acero, altra lamina di ebano Makassar, fino ad ora abbiamo elencato lo strato di finitura di circa un centimetro la rimanente parte del body è in ontano americano, la lavorazione è quanto di più preciso ed accurato ho visto in produzioni di liuteria, assolutamente non paragonabili a quelle industriali, la qualità e la selezione dei legni usati è riconoscibile a colpo d’ occhio, nella parte superiore abbiamo il ponte della Gotoh il modello 404 sj della serie multi tonal cromato, ottimo compromesso tra stile, facilità di regolazione e soprattutto qualità dei materiali, a pochi millimetri, procedendo verso il manico, troviamo un humbucker splittabile, in pratica due single coil ravvicinati che possono diventare sia HB che single richiamando la configurazione SS (quella del jazz bass) il tutto controllato dalla manopola del tono che semplicemente sollevata riduce l’ HB a single e c’è anche la possibilità, a richiesta del cliente, di gestire la posizione del single da attivare.

Continuando verso il manico incontriamo il single coil in stile jazz bass, entrambi i pickup sono progettati e realizzati da Pontillo in persona ( MP pickups) e non vengono impiegati su altri strumenti (ma si possono comprare a parte).

Sempre sul top si incontrano i tre controlli, volume, volume e tono generale (con switch) e questo legno spettacolare che si intona perfettamente con la tastiera (della stessa essenza) dando continuità al progetto.

La linea è volutamente moderna per distinguersi da tutti e studiata principalmente per l’ ergonomia sia nella parte anteriore che in quella posteriore, dove la lavorazione dell’ ontano americano, interrotta solo dal vano dell’ elettronica (isolato con vernice in grafite, ben fatto ed ordinato), chiuso con un coperchio in plastica che presenta l’ incisione della marca dello strumento.

Il manico è avvitato e vediamo la lavorazione dell’ incasso nel body del tutto singolare ed elegante e la partenza con una giunzione perfetta nella sua forma a C (potrebbe chiamarsi extra slim neck come il Warwick) allargata e comoda, non è il solito manico standard ed è per altro del tutto personalizzabile con profili differenziabili a gusto del cliente, in acero e con tastiera in ebano Makassar con intarsi ovali in madreperla, neanche a dirlo, perfettamente incastonati, lo spessore dell’ ebano è notevole e caratterizza il suono, scala 34 (lunga), due ottave fruibili solo nelle prime tre corde, capotasto da 38 mm. (come il jazz bass ma su richiesta la larghezza è personalizzabile), della ditta Graph Tech in TUSQ nero, materiale composito artificiale osannato dalla critica per le caratteristiche di “restituzione” sonora.

La paletta dello strumento conclude la descrizione, che dire a me piace molto, piccola, compatta e di design personale, qualcosa di mai visto prima e di facilmente identificabile, oltretutto è molto comodo agire sulle meccaniche della Gotoh cromate, ottime ed utilizzate su molti altri strumenti di alta gamma, discorso a parte merita il truss rod in titanio, più leggero, più resistente, a doppia azione la durata nel tempo è garantita.

Lo strumento è realizzato totalmente in Italia, la perfezione è dovuta all’ uso del CNC ma tutta la finitura è manuale come ovviamente la sottilissima verniciatura in acrilico satinato e l’ assemblaggio.

Per quanto riguarda il suono possiamo dire che i materiali utilizzati, non del tutto tradizionali regalano un carattere deciso, anche se abbastanza standard, più che altro la configurazione dei pickup spazia dalla tipica sonorità jazz a suoni più attuali, del resto lo strumento è pensato anche per l’ esecuzione di tecniche più moderne come slap e tapping e per agevolare anche la mano destra, ma ci si può fare veramente di tutto in quanto molto versatile (la stessa configurazione di pickup era adottata da Frudua già all’ inizio degli anni ’90), l’ attacco è deciso nonostante abbia elettronica passiva, ma tramite la configurazione dei pickup si può spaziare dal suono metallico e freddo a quello caldo e nasale con tonalità che ricordano anche il basso fretless, l’ uso del tono e dello switch collegato è fondamentale per creare una moltitudine di variabili, ma rimane sempre con un carattere abbastanza personale, a seconda dei gusti lo strumento può essere dotato di elettronica attiva (di solito Aguilar oppure di produzione artigianale italiana)

Lo strumento viene corredato di una robusta custodia semirigida e settato, manco a dirlo, in maniera maniacale.

In conclusione se si cerca uno strumento versatile, customizzabile e dal design originale questo può fare al caso vostro, consigliabile provarlo prima per vedere se la configurazione standard è di vostro gradimento, se posso fare un appunto il pickup senza protezione in plastica è originale, ma a mio parere nel tempo tenderebbe ad accumulare sporco specialmente se avete la tendenza a sudare nelle mani per cui lo prenderei totalmente coperto.

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