YAMAHA BILLY SHEEHAN ATTITUDE 3

 

 

YAMAHA BILLY SHEEHAN ATTITUDE 3

 

https://it.yamaha.com/it/products/musical_instruments/guitars_basses/el_basses/attltd3/features.html#product-tabs

 

 

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Nell'ambito della produzione Yamaha si distinguono i modelli signature cioè modelli appositamente concepiti dai musicisti di fama mondiale e realizzati ormai un po' da tutti, anche dai liutai artigiani, che ascoltando le esigenze specifiche dell' artista, progettano e realizzano strumenti originali e spesso con caratteristiche uniche proprio per aggredire il mercato di appassionati che si identificano in quell' artista o gruppo musicale.

Spesso si parla di produzioni piuttosto lussuose e limitate caratterizzate da cifre a tre zeri che appassionano l'utente finale a tal punto da potersele permettere.

Lo strumento in prova è l'ultimo modello di Yamaha di Billy Sheehan l' Attitude 3, realizzato in Giappone dal Custom Shop Yamaha estremamente esclusivo ed in edizione limitata, non si sa a quanti pezzi ma è limitata (furbata) ed inoltre il prezzo di acquisto non è alla portata di tutti stiamo parlando euro più euro meno di circa 4000 bigliettoni.

La serie Attitude Yamaha parte dai 400 euro circa ed arriva a questo top di gamma, ed era considerata un po' la gamma equivalente a sdgr per Ibanez, strumenti onesti, realizzati bene, economici (non tutti) e abbastanza anonimi nel sound ma non molto diffusi a differenza degli Ibanez, anche se la qualità costruttiva rimaneva sempre alta nonostante fossero realizzati per la maggior parte in paesi orientali con manodopera a basso costo.

Lo strumento è imponente il body in Ontano probabilmente 3 pezzi realizzato con il sistema chiamato A.R.E. (Acoustic Resonance Enhancement) di (sembra) esclusiva Yamaha per portare il legno nuovo ad una sorta di invecchiamento artificiale che dovrebbe essere paragonabile all'invecchiamento naturale che hanno gli strumenti vintage di cui in Yamaha vanno particolarmente fieri In più c'è il sistema A.R.I. (Initial Response Acceleration) che utilizza nell' incollaggio dei legni più "morbidi" in rinforzo alla classica struttura e addirittura trasversali, questo, a detta loro, dovrebbe aumentare il sustain, ovviamente dopo queste trovate geniali hanno ricoperto il tutto con un bello spessore di poliestere tanto per lasciar vibrare liberamente il body.

L'assemblaggio e le finiture sono veramente di alto livello qualcosa posato con estrema cura e privo di sbavature, di manuale a dispetto di quello che si pensa vista l'estrema abilità dei liutai giapponesi è rimasto ben poco tutto evidentemente CNC ed assemblaggio tramite dime di posizionamento.

Il risultato è pressoché perfetto e la qualità è di altissimo livello anche se si perde un po' la poesia.

Il ponte è posizionato in uno scasso nel body che risulta da cornice, ottima idea, se non per il fatto che quando si esegue il cambio corde si rischia di scalfire la superficie appena dietro, è in ottone massiccio con cromatura brunita in linea con la finitura delle meccaniche bello e ben regolabile, intercorda 19 mm, si ottengono grazie all'incasso action ancora più rasoterra, si tratta del modello della Gotoh 201 B4 prodotto in Giappone.

Più in basso rispetto al ponte c'è incastonata una piastra con doppio input jack, permette di collegare tramite due cavi il segnale a due amplificatori diversi e di gestire anche i pickup in maniera diciamo così dissociata (volendo) sempre in finitura cromata brunita.

Parte il battipenna a tre strati, dove alloggiano lo split al ponte della Di Marzio chiamato Will Power e un humbucker sempre studiato in collaborazione con la Di Marzio chiamato woofer che si presenta con i poli esposti Blade (lama) entrambi i Pickup sono specifici ed esclusivi per questo strumento e studiati proprio per essere performanti anche in coppia, i tre controlli di volume e tono sono sempre in finitura cromata brunita e sono disposti in maniera equidistante l'uno dall'altro.

I dettagli sono sempre di alto livello come del resto ci si aspetta da uno strumento di questo prezzo.

Parte il manico, ancorato con un sistema esclusivo Yamaha che presenta tre viti di fissaggio perpendicolari come ancoraggio primario e due inclinate che tirano il manico per un perfetto contatto con il body (a mio parere era più semplice farlo neck trought, cioè corpo unico, ma evidentemente era più esclusivo questo sistema, anche se forse non migliore, comunque l' impegno per cercare qualcosa di nuovo che si differenzi dalla fossilizzazione del resto della produzione mondiale è sicuramente ammirevole, questo metodo esclusivo si chiama “miter bolting”.

Manico in acero, verniciatura impalpabile satinata veramente molto bella e che consente lo scorrimento veloce del pollice sul retro, tastiera sempre in acero incollata e dotata di segnatasti esclusivi della serie Attitude, molto moderni e ben visibili, la particolarità della tastiera è di essere scalloped dal XVII al XXI tasto per agevolare la tecnica del bending nella parte della prima e seconda corda, il capotasto è in materiale plastico di larghezza 44,5 mm come il precision bass ma lo shape del manico è più piatto e allargato, sembra addirittura comodo, nonostante sia imponente e ingombrante regolazione del truss rod (a doppia azione) tramite vite posta sotto un piccolo coperchietto alla base della paletta (scomodo ma al riparo dalla sporcizia), che è di forma classica della serie Attitude con meccaniche in finitura acciaio cromato brunito della Gotoh modello G2 con hipshot D tuner, consente di abbassare la quarta corda da mi a re e viceversa senza perdere l'intonazione (molto comodo), scala 34, intercorda 19 mm, 21 tasti fino al 16° jumbo e dal 17° in poi medi, visto il prezzo onestamente mi aspettavo almeno un taglio di quarta stagionato.

Il suono è poderoso, un super precision (considerando il fatto che è passivo), split ed humbucker sono estremamente fruibili, da miscelare insieme o da usare uno alla volta, consentono allo strumento di “bucare “ il mixer, il tono è piuttosto grezzo, il genere per cui è stato progettato è da smanettone che adotta tecniche moderne, quasi un chitarrista che però suona il basso, adatto per il genere suonato appunto da Billy, potente, veloce, efficace, in tutta onestà è difficile capire velocemente l’ intervento dei pickup, non ci sono spiegazioni nelle istruzioni, anzi non ci sono proprio spiegazioni dedicate allo strumento all’ interno della confezione, le regolazioni sono poco intuitive (si trova una spiega abbastanza chiara sul sito Yamaha),  tra l’ altro la tecnica dello slap, sempre più usata dai bassisti moderni in questo strumento è proibita in quanto si va ad urtare la manopola del volume del pickup al manico, a mio parere con uno strumento che spinge così è un grandissimo limite, visto che è in grado di sfruttare altre tecniche tipo tapping e bending in maniera efficace.

Devo dire in conclusione che ci sono rimasto male, in primis per il prezzo in quanto uno strumento del genere per quanto curato e ben realizzato, facendo un po’ i conti in tasca al produttore, viene equipaggiato con materiali facilmente reperibili sul mercato che costano si e no una migliaiata di euro (stando larghi), bella la custodia, simpatica la firma di Billy sulla cartolina, buone finiture, sistemi di assemblaggio anche originali e pickup diciamo esclusivi, ma stiamo parlando di uno strumento bolt-on fatto in serie, Billy è un buon bassista, grande carriera, a me personalmente non piace ma è una questione di gusti, sicuramente è il suo strumento, ma non è per tutti, il peso è importante (4,4 kg) e si presenta anche un certo neck diving.

Consideriamo il fatto che Yamaha produce sicuramente ottimi strumenti, ma non ha il blasone americano, non è il punto di riferimanto nella produzione di bassi elettrici, per cui l’ esborso di una cifra tale a mio parere non è assolutamente giustificato, oltretutto i colori da scegliere sono due, questo sonic blue e il solito nero e per il basso più costoso del listino Yamaha avrebbero potuto pensare alla commercializzazione di altre finiture.

Se proprio non ne siete innamorati valutate altro…

 

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